mercoledì 24 dicembre 2008

Top 20

chiaramente ci sono alcune mancanze, anche perchè vedere tutti ma proprio tutti i film è complicato, ma credo possa essere una classifica abbastanza attendibile.
i film sono quelli usciti in italia nel 2008.

20 Once. Carney
19 Cargo 200. Balabanov
18 The darjeeling limited (il treno per il darjeeling). Anderson W.
17 Cloverfield. Reeves
16 Rec. Plaza, Balaguerò
15 Lars and the real girl. (lars e una ragazza tutta sua). Gillespie
14 Non pensarci. Zanasi
13 Tutta la vita davanti. Virzì
12 Happy-go-lucky (la felicità porta fortuna). Leigh
11 La graine et le mulet (cous cous). Kechiche
10 Rachel getting married (rachel sta per sposarsi). Demme
9 Wall-E. Stanton
8 The happening (e venne il giorno). Shyamalan
7 Slumdog millionaire (the millionaire). Boyle
6 Gomorra. Garrone
5 Juno. Reitman
4 The dark knight. Nolan
3 There will be blood (il petroliere). Anderson P.T.
2 Il divo. Sorrentino
1 Le scaphandre et le papillon (lo scafandro e la farfalla). Schnabel

mercoledì 17 dicembre 2008

Gli ultimi ascolti


These new puritans. Beat pyramid. Rapido e ruvido, un esordio assolutamente interessante per il gruppo londinese. Influenze new-wave, per certi versi anche hip-hop, non troppo spazio per la melodia, tutti i pezzi rapidi ed efficacissimi. Un briciolo inevitabile di ripetitività non rovina sicuramente il disco.

Vampire weekend, id. Altro esordio, questa volta siamo a New York, i ragazzi vengono dalla Columbia university. Il disco è un ottimo album indie, con suoni che rimandano all'Africa mischiati in un'atmosfera quasi, in certi pezzi, folk. La world music non c'entra nulla, ed è una fortuna, rimane un disco freschissimo, lontano dalla new wave imperante, spesso banalotta, di questi ultimi tempi.

Los Campesinos, We are beautiful, we are doomed. A otto mesi di distanza dal primo album, dal quale ci si aspettava sinceramente di più, il gruppo gallese torna con quello che è un album di livello decisamente superiore. Molto più compatto, riuscito, un ottimo indie pop rock, melodico e ballabile, appena 8 ottime canzoni, con le due voci che si intrecciano perfettamente in quello che preferiamo ritenere il vero esordio dei Los Campesinos.

TNP 7,5/10
VW 7/10
LC 8/10

lunedì 15 dicembre 2008

Censura


Quando la televisione nazionale riesce a censurare, si proprio censurare, un film che ha vinto 4 oscar, tra cui miglior regia, il golden globe, il leone d'oro, non si capisce proprio per quale motivo si debba pagare il servizio pubblico.

N.B. Il film ha avuto il divieto ai minori di 14 anni. A parte la ridicolaggine del divieto, dato che non si ritrova all'interno nessun motivo per giustificarlo, l'orario di messa in onda dava assolutamente la possibilità alla Rai di trasmetterlo senza alcun taglio, che sarebbe stato comprensibile ma non giustificabile cinquant'anni fa. Purtroppo siamo un paese puritano, ipocrita e bigotto. E lo dimostriamo ogni giorno di più.

Codice etico nella politica italiana..


Riporto volentieri il testo dal blog di Ivan Scalfarotto. E' stato redatto da Pippo Civati, Michele Dalai e Ivan Scalfarotto.


Per poter entrare a far parte dello staff di Obama bisogna rispondere a 63 domande molto precise sulla propria carriera, gli incarichi ricoperti, le partecipazioni a società, gli elementi di un possibile conflitto di interessi, le proprie attività in ambito associativo, sindacale, di categoria.
Informare circa le proprie attività finanziarie, le proprietà di cui si dispone, la propria situazione fiscale (ed eventuali mancanze e debiti contratti e multe ricevute), gli eventuali procedimenti amministrativi o legali nei quali si è (o si è stati) coinvolti.
E ciò vale per sé e per la propria famiglia, a cominciare dalla propria compagna o dal proprio compagno. Domande che riguardano anche le modalità di assunzione della persona che aiuta in casa, sia una colf o una badante, il rispetto del pagamento dei contributi dei dipendenti, il possesso di armi. Un'autocertificazione di grande serietà, in cui indicare tutto di se stessi, per evitare che l'amministrazione eletta sia in qualsiasi modo toccata o messa in imbarazzo.
Ora, non è probabilmente il caso di passare dal modello del «non fa niente» attualmente vigente in Italia a domande così numerose, ficcanti e circostanziate. Ma non sarebbe male introdurre un piccolo codice etico di ingresso, con informazioni da rendere note al partito che ti candida e agli elettori che ti sceglieranno (soprattutto se le liste, come nel caso delle politiche, sono bloccate). Cinque cose da dichiarare, perché tutti sappiano chi votano e di cui chi si candida si assume tutte le responsabilità.
Cinque regole per non avere imbarazzi, né da parte del candidato, né da parte degli elettori. Per esempio queste:
1. Dichiarare gli incarichi lavorativi, le associazioni a cui si aderisce, l'attività politica e sindacale svolta.
2. Dichiarare eventuali precedenti con la giustizia o con il fisco, segnalando il reddito proprio e della propria famiglia, nonché le proprietà di cui, direttamente o indirettamente, si dispone.
3. Dichiarare di essere in regola con tutte le norme che riguardano il mercato del lavoro e i diritti dei lavoratori, per i propri collaboratori, le persone che lavorano per la propria azienda o presso la propria abitazione.
4. Dichiarare gli eventuali elementi che possono comportare un conflitto di interessi nella gestione del proprio mandato e le modalità con le quali si intende ovviare all'insorgenza di queste problematiche.
5. Dichiarare i principali sottoscrittori della propria campagna elettorale, a partire da cifre superiori ai 1000 euro.
E' il caso di ricordare che gran parte di queste informazioni sono date dagli eletti all'ente pubblico di riferimento, e che questi dati sono pubblici e accessibili. L'evoluzione migliore sarebbe quella di produrre questa documentazione all'inizio della vicenda elettorale, perché non vi siano sorprese per nessuno. Un'anamnesi preventiva può evitare spiacevoli complicazioni dopo il voto.

Pranzo di ferragosto. Gianni Di Gregorio


Pranzo di ferragosto ricevette a Venezia una grande accoglienza. La storia è molto semplice; un uomo maturo vive a casa con la madre, ha pochi soldi e vari debiti e quindi si trova costretto a ospitare a Ferragosto le madri di alcuni conoscenti con cui è in debito, l'amministratore del condominio, che oltre la madre gli rifila anche una zia e il medico. L'uomo si ritrova quindi a dover gestire quattro arzille vecchiette, tutte con i propri capricci e i propri vizi, da chi vuole assolutamente uscire la notte a chi pretende di mangiare nonostante la salute non sia brillante. Gli attori sono sicuramente simpatici, la regia discreta, ma il giochino stanca molto in fretta, nonostante il film sia molto breve. Peccato, perchè l'idea è sicuramente simpatica, ma manca qualsiasi acuto che lo renda veramente interessante.
5/10

Låt den rätte komma in. Let the right one in (Lasciami entrare). Tomas Alfredson


Due bambini sono i protagonisti. Oskar è piuttosto solitario, subisce i bulli, senza riuscire a reagire, Eli non è propriamente una bambina di dodici anni, nasconde un segreto, che scopriamo abbastanza in fretta. Lo scenario è quello della periferia di Stoccolma qualche decennio fa, desolante, costantemente fredda e innevata. Oskar e Eli diventano amici, sono soli, hanno un carattere simile, si intendono bene, pur con i loro problemi e i loro segreti. L'amicizia aiuterà Oskar, gli farà acquisire una maggiore fiducia in se stesso, una maggiore abilità ad affrontare le situazioni della vita. La vicenda viene raccontata senza eccessi, senza un particolare uso della violenza, che sarebbe stato inutile e controproducente, ma anzi con grande semplicità e tenerezza, accompagnando il tutto con una colonna sonora mai invadente, ma spesso presente e tra l'altro bellissima. La fotografia è notevolissima, la regia buonissima, i due protagonisti bravissimi. Un film sui vampiri, di sicuro, ma con un linguaggio che non siamo abituati a vedere, tenerissimo, quasi commovente, lontanissimi da qualsiasi tentazione splatter. Dalla Svezia uno dei migliori film dell'anno.
9/10

venerdì 5 dicembre 2008

the futureheads. this is not the world


l'inizio del disco è brillante, the beginning of the twist è un singolo di buon livello, il ritmo è buono, è piuttosto accattivante. walking backwards anche segue la strada, è un altro pezzo discreto, ma inizia a ravvisarsi una certa ripetitività e quelli che erano sospetti iniziano a materializzarsi definitivamente a partire dalla terza traccia think tonight. il resto del disco prosegue senza acuti, con un sound sempre uguale, richiamando tanti altri, troppi, gruppi. kaizer chiefs su tutti, e non è certo qualcosa di cui andare fieri. per fortuna almeno alla fine del disco arriva sleet, forse il pezzo più riuscito dell'intero disco, veloce e molto orecchiabile, non salva this is not the world, ma almeno lo aiuta a non andare troppo lontano salla sufficienza.
5+/10

giovedì 4 dicembre 2008

Un attimo sospesi. Peter Marcias


Una grande città fa da sfondo alle vicende narrateci in Un attimo sospesi. Dentro questa città, inghiottiti, vivono una serie di personaggi, ognuno con i suoi problemi, le sue individualità, le sue speranze. Achille gestisce un negozio di alimentari, porta la sua spesa ai suoi clienti, ha un grosso problema però, non reisce a stare se non pochi minuti nei luoghi chiusi. Per questo ha seri problemi a relazionarsi con la sua inquilina, Francesca, una ragazza molto bella e gentile, che cerca di capirlo, anche se non è facile. Lidia è una fotografa, vive col figlio Joe in un bel palazzo, non riesce però a legare con la madre, con la quale si intuisce che ha un rapporto conflittuale da molto tempo. Nello stesso palazzo vive un professore di astronomia in pensione, un uomo che non esce mai di casa, il perfetto contraltare di Achille. Fuori città in una roulette si sviluppa la vicenda di Esther, una ex cantante, il cui fratello prova a convincere a tornare in città e che rifiuta le proposte di un'impresaria che cerca di convincerla a tornare in Ucraina, dove è ancora molto famosa. Proprio mentre i personaggi vivono le loro strane esistenze, sfiorandosi, a volte incontrandosi, arriva la notizia di un terribile attentato, cui seguirà forse una guerra.
La sceneggiatura è molto abile nel descriverci e caratterizzarci i numerosi personaggi, evita le banalizzazioni e le forzature, inevitabili spesso nei film corali come questo, pecca però un pò nella vicenda dell'attentato, pur rimanendo comunque molto positiva.
Bravo il regista, Peter Marcias, qui al suo primo lungometraggio di fiction, dopo vari corti, un film corale e un documentario. Bravo nella direzione degli attori e nelle scelte registiche mai banali. Di buonissimo livello il cast, decisamente affiatato, tra cui si segnala un bravissimo Rosario Lisma, nel ruolo di Achille, Fiorenza Tessari, nel ruolo di Lidia, Ana Caterina Morariu nel ruolo di Francesca e un sempre ottimo Paolo Bonacelli nel ruolo del professore.
Ottime sono poi la fotografia di Marco Onorato e la colonna sonora di Fabio Liberatori.
7/10

giovedì 27 novembre 2008

Cargo 200. Aleksei Balabanov.


Unione Sovietica. 1984. Il regime è ormai prossimo alla dissoluzione. Un professore di ateismo di stato all'università di Leningrado, il fratello, dirigente dell'esercito, un poliziotto folle, un produttore clandestino di vodka, la figlia del segretario regionale del partito comunista sono i protagonista di questa vicenda allucinante e allucinata, ambientata tra Leninsk e la sua periferia, nella Siberia meridionale. La dissoluzione dell'Unione Sovietica sembra dissolvere con se stessa i suoi abitanti, spingendoli a una follia, spesso immotivata e incomprensibile e creando un mondo fatto unicamente di folli, ubriachi e vittime. Breve, ed è un gran merito, perchè non aveva senso dilungarsi ulteriormente, è un film assolutamente spietato nel suo svolgimento, un pugno nello stomaco durissimo, una rappresentazione allucinante, ma probabilmente verissima, di quella che era l'Urss negli anni 80. Buonissima la sceneggiatura, ispirata a fatti realmente accaduti, bravissimo Balabanov nella direzione degli attori e nelle scelte registiche, raramente banali. Ottimo il cast, nel quale spiccano un allucinato Aleksei Poluyan e una bella e bravissima Agniya Kuznetsova.
Tra le cose migliori dell'anno.
8,5/10

martedì 25 novembre 2008

Buone notizie dal mondo


Visto che in Italia non succede nulla di buono, consoliamoci con quanto accade fuori. Vicino o lontano che sia.. Spagna, Australia. Noi invece siamo sempre più nostalgici.

I just love hearing it


Post delizioso dal blog di Marco Simoni. 2009

sabato 22 novembre 2008

Indie rock'n roll ?


dopo le schifezze presentateci da razorlight e kaiser chiefs, il buon disco dei bloc party e l'ottima opera seconda dei los campesinos, in questi giorni siamo in attesa del nuovo disco dei killers, day and age, che segue di due anni il deludentissimo sam's town. il singolo, human, non si capisce bene da che parte voglia andare, se riportare il gruppo di las vegas ai fasti dell'eccellente hot fuss oppure seguire la via più melodicamente banale di sam's town. vedremo.. e intanto aspettiamo anche il nuovo lavoro dei franz ferdinand, in uscita il 26 gennaio 2009, con la speranza che confermino il livello dei primi due ottimi album.

venerdì 21 novembre 2008

Facebook.


Noi che utilizziamo Facebook molto, (troppo ?), ne vogliamo uscire o no o non possiamo farne a meno ? Ogni tanto me lo chiedo e ho deciso che non me ne frega proprio nulla. Facebook mi piace, è tremendamente utile, semplice, divertente. Aveva ragione una persona un pò di tempo fa, quest'estate, che cercava di convincermi a utilizzarlo.. Basta email, molto meno il cellulare, Facebook funziona decisamente meglio..

Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti


Più noto come Kgb. E' il nome dell'agenzia di sicurezza, servizio segreto e polizia segreta in Unione Sovietica. Attualmente ancora funzionante, ha semplicemente cambiato il proprio nome in Federalnaja Sluzba Bezopasnosti, più noto come FSB.

La Russia e i giornalisti


La Russia è una grandissima nazione. Sconfinata. Per Berlusconi, giustamente (?), l'Italia deve diventare il più importante partner commerciale della Russia. I rapporti del nostro premier con Putin e Medvedev sono eccezionali. Peccato che però la Russia abbia qualche piccolo problema a concedere a tutti di esprimere le proprie opinioni. A partire dal 16 ottobre 2000, fino ai primi di settembre 2008 i giornalisti uccisi in Russia sono ben 103 (radioradicale.it). Secondo Pravda.ru, a partire dal 1992 fino al 2007 sono infatti 218 in tutto i giornalisti russi che hanno perso la vita in circostanze misteriose. Percentuali piuttosto imbarazzanti per una nazione che vuole diventare una delle massime potenze mondiali.

lunedì 17 novembre 2008

La coerenza di Daniele


Durante la poco divertente campagna elettorale 2006 tra i pochi incontri elettorali che andai a seguire ci fu quello con Daniele Capezzone. D.C. era candidato con la RnP, progetto interessante che univa socialisti e radicali, presentando all'Italia un partito radicale finalmente e, per certi versi logicamente, schierato a sinistra. Capezzone fece un bell'intervento, si parlò di temi etici, del fatto che da destra mai venissero proposte importanti sul piano dei temi etici e dei diritti civili. Al termine dell'incontro ebbi anche il piacere di parlare con quello che era in fin dei conti il mio candidato, dato che era primo o secondo dietro la Bonino, adesso non ricordo, nella lista RnP per la Sardegna. Capezzone si dimostrò gentile e interessato al discorso, fu una discussione breve ma interessante. Come tutti sanno Capezzone fu eletto in Parlamento, aveva allora 33 anni, ed ebbe il piacere di diventare il primo radicale ad assumere la carica di Presidente di una commissione permanente della Camera. La sua attività parlamentare fu caratterizzata da moltissime assenze (fonte; http://www.radicali.it/view.php?id=99257), continui battibecchi con gli storici leader radicali Pannella e Bonino, posizioni continuamente critiche nei confronti del Governo Prodi II, probabilmente più per cercare una visibilità propria che per nobili motivi. I successivi passaggi sono la scelta del gruppo misto alla Camera, la presentazione del network Decidere.net e l'adesione al Popolo della libertà. La destra, così poco attenta ai temi etici, la destra che aveva approvato la legge 40, del cui referendum per abrogarla Capezzone fu uno dei massimi sostenitori ed esponenti, viene vista da Capezzone come una grande opportunità. Questa novità, riferendosi all'unione di FI e AN, va salutata come una grande opportunità. (decidere.net 19 novembre 2007). Successivamente Capezzone annuncia l'adesione al Pdl e diviene poi, dopo le elezioni, portavoce di Forza Italia. Quello che più colpisce è la rapidità con cui D.C. è riuscito a stravolgere completamente le proprie idee. Poco in comune si ritrova sinceramente tra i programmi radicali e quelli del PdL, ma evidentemente la poltrona per Capezzone è ben più importante della coerenza, degli ideali e anche della propria faccia. Siamo curiosi adesso di sentire quando attaccherà la legge sul divorzio o quella sull'aborto. Oppure se riparlerà mai di unioni civili o testamento biologico. Complimenti Capezzone, e adesso vedremo quale sarà il prossimo passo..

domenica 16 novembre 2008

L'enfant. Jean-Pierre e Luc Dardenne.


Bruno e Sonia, una giovane coppia che vive di espedienti nella provincia belga, si ritrova a dover affrontare la nascita di un bambino. Se Sonia sembra essere in grado di reggere le proprie responsabilità, certo lo stesso non si può dire per Bruno, che con il suo comportamento rischia di distruggere il loro rapporto. La confezione dell'enfant è tipica dei fratelli Dardenne, macchina da presa in spalla, nessuna colonna sonora e realismo assoluto. Il grandissimo punto di forza del film è la capacità dei Dardenne di esplorare i loro protagonisti e le loro debolezze e, seppur seguendo pochi giorni della loro vita, riusciamo a comprendere moltissimo della loro personalità. Ambientandolo in una periferia belga squallida e senza speranze, i Dardenne comunque non cercano la tragedia e il bellissimo finale potrebbe quasi essere considerato un happy end. Rimane in ogni caso il dubbio di chi sia il vero enfant del titolo. Straordinari i due attori, il protagonista Renier e la non protagonista Françoise.
9/10

Napoleon Dynamite. Jared Hess


Passato sostanzialmente inosservato nella sua uscita italiana, poche le sale che l'hanno proiettato e pochi gli euro incassati, questo Napoleon Dynamite è l'opera prima di Jared Hess, americano di Preston, Idaho, che ha girato la pellicola nella sua città natale. Il protagonista, Napoleon, interpretato da un eccellente Jon Heder, è definibille come il più grosso "soggetto" di tutta la scuola, picchiato dagli altri ragazzi, preso in giro dalle ragazze e, fino all'arrivo di Pedro, completamente solo. La vita familiare non è molto più idilliaca; Napoleon vive con la nonna e un fratello che passa le giornate chattando e dedicandosi a strambi passatempi. Nella vita di Napoleon entrano poi lo zio, una sorta di sfigato dongiovanni, mediocre venditore ambulante, il catatonico amico messicano Pedro, e una serie di ragazze, dalla fotografa Deb alle due cheerleaders Trisha e Summer. Tutti i personaggi sono ridicolmente caratterizzati fino all'eccesso, tant'è che ci appaiono quasiì patetici. E questa loro pateticità rischia quasi di ingenerare tenerezza nello spettatore. Ma, superata rapidamente la fase tenera, ci si diverte, e molto, con le assurde disavventure di Napoleon, e il kitsch tocca il suo culmine nello spassosissimo ballo finale.
Nel complesso il film è poi molto ben confezionato; Hess è bravo nel dirigere gli attori e nel presentarci il vuoto tipico dell'immensa provincia americana.
Si tratta comunque soltanto di puro e semplice spassosissimo divertimento.
7,5/10

giovedì 13 novembre 2008

iniziare bene la giornata


la prima canzone che si ascolta al mattino è fondamentale. sbagliarla significa irrimediabilmente rovinarsi la giornata. accendere la radio e sentirsi ad esempio l'ultimo singolo di Vasco Rossi o Ligabue potrebbe compromettere ogni speranza di impostare bene il vostro lavoro o il vostro studio. per cui bisogna riflettere con calma, selezionare la traccia, farla partire e smettere di pensare. oggi, come negli ultimi giorni ho scelto You're the reason I'm leaving dei Franz Ferdinand. that's definitely a good way to start

Friendly Fires - Friendly Fires


bene bene, un altro nuovo esordio nella scena indie inglese. come se non ce ne fossero già abbastanza. come se non apparisse un nuovo gruppo più o meno ogni 6 ore. e spesso gli esordi non valgono niente, o valgono il tempo di pochi ascolti e basta. i friendly fires non brillano di eccessiva originalità, frullano molte cose, i Bloc Party, Prince, i Talking Heads, forse anche i Franz Ferdiand. il problema è che di solito i frullati escono senza alcun sapore. come è per esempio il caso dei Klaxons. qui invece il sapore è decisamente invitante, i pezzi ottimi sono parecchi, da Paris a Jump in the pool a on board. l'atmosfera di già sentito è evidente, ma allo stesso tempo tutto funziona alla grande, convince e diverte. ottimo esordio. finalmente
7,5/10

mercoledì 12 novembre 2008

Miss Palin wants to go to Washington


Sarebbe un mio onore assistere e sostenere il nostro nuovo presidente e la nuova amministrazione, sono parole di Sarah Palin. La Palin, durante la campagna, non ha perso occasione per gettare fango su Obama e ha chiarito di non aver cambiato idea su di lui. E' infatti ancora convinta che abbia avuto rapporti con un "irriducibile terrorista" (William Ayers, che il presidente eletto conobbe negli anni 60 a Chicago, ndr) ma e' pronta a passarci sopra se il presidente la chiamera' a collaborare in materie come la sicurezza energetica o le attivita' a sostegno dei bambini con handicap.
(fonte larepubblica.it)
Intanto è sempre meglio precisare che Obama negli anni 60 era appena nato ed è ben difficile pensare che fosse consapevole di chi fosse questo Ayers.
E, un'altra cosa, probabilmente affidarsi a Sarah Palin non è propriamente un'idea brillante...

Il più fiero anticomunista


S.B. ha fatto della lotta al comunismo uno dei suoi cavalli di battaglia. Da sempre. Comunisti di qui, comunisti di là, immagino se li sognasse pure di notte, visto che non parlava d'altro. Adesso un pò ha smesso, anche se ogni tanto li ritira fuori. Forse le notti in cui dorme male e li sogna, ha anche necessità di nominarli. Citando gli arctic monkeys, son sempre stati il suo favourite worst nightmare. Comunque. Il punto è un altro. Putin, ex presidente della Russia, ex kgb, attuale primo ministro russo, diciamo che non è sinonimo di discontinuità con la storia dell'Unione Sovietica. In questi anni in Russia ci sono stati tantissimi giornalisti uccisi, giornali chiusi, elezioni quasi plebiscitarie, arresti tra gli oppositori. Non propriamente un segnale di democrazia. Ma vabbè. L'amicizia tra Putin e Berlusconi non è mai stata in discussione e adesso con Medvedev non cambia assolutamente nulla. Ovviamente. Peccato che S.B. si faccia promotore di democrazia, libertà e tante altre belle parole, per lui vuote. Peccato che in Russia ancora non sia possibile parlare di democrazia, libertà di stampa e di parola. E oggi altre belle dichiarazioni. "La Federazione russa è stata provocata", provocata "con il progetto di collocare i missili in Polonia e Repubblica Ceca, e con il riconoscimento del Kosovo così come con l'ipotesi di un ingresso di Ucraina e Georgia nella Nato". Sembra di sentir parlare un giornale filogovernativo russo. Comunque, il perchè Berlusconi appaia come il massimo alleato occidentale dei russi, lui il più fiero anticomunista tra i leader occidentali, rimane un mistero. O forse no.

The Burning Plain. Guillermo Arriaga


Non avevo eccessive aspettative dalla prima regia di Arriaga, più che altro curiosità, anche perchè Babel mi è piaciuto moltissimo, così come 21 grammi non mi ha detto assolutamente nulla. Certo qui non c'è Innarritu alla regia, e già questa è una notevole novità, ma gli ingredienti sono sempre gli stessi. Storie che si intrecciano molto abilmente, qui sono 3, fotografia molto diversa, a seconda dell'ambientazione, un evento catastrofico a far da collante al tutto e a far riconvergere tutti i personaggi. La sceneggiatura di Arriaga è il maggior punto di forza della pellicola, i personaggi, con tutti i loro problemi, paure, indecisioni e drammi del passato, sono caratterizzati bene e, nella scelta dei collegamenti tra le varie situazioni ci sono sicuramente meno forzature che in altre pellicole. Il discorso si fa inoltre più fluido e coinvolgente, anche perchè il film non è eccessivamente lungo. Brava la Theron, bene il resto del cast, diretto senza particolari eccessi da Arriaga.
7,5/10

martedì 11 novembre 2008

Fastidi cinematografici (2). La traduzione dei titoli


Quante volte capita di rimanere meravigliati di fronte all'assurdità della traduzione dei titoli italiani. Sopratutto confrontandoli con il titolo originale. Inizio qui una piccola lista di fantastiche schifezze. Che spero si possa allungare anche grazie ai suggerimenti che arriveranno.

The holiday - L'amore non va in vacanza.
come ridicolizzare un titolo
There will be blood -
Il petroliere.
come semplificare e banalizzare un titolo
Analyze This - Terapia e pallottole
Analyze That - Un boss sotto stress
Lost in translation - L'amore tradotto
questo bisogno di mettere sempre in mezzo l'amore..
Cassandra's dream - Sogni e delitti
abbiamo sempre il bisogno di semplificare tutto. ma gli italiani son scemi ?
Intolerable cruelty - Prima ti sposo, poi ti rovino
questa è una delle schifezze maggiori..
Leatherheads - In amore niente regole
ancora sto bisogno d'amore..
Entre les murs - La classe
sempre per banalizzare..
Home alone - Mamma ho perso l'aereo
anche qui c'era il bisogno di un titolo stupido..
The burning plain - Il confine della solitudine
dalla pianura che brucia al confine della solitudine.. ma perchè ?
Walk the line - Quando l'amore brucia l'anima
ancora amore.. ma si incassa solo così ?
Bend it like Beckham - Sognando Beckham
solita banalizzazione..
The Curse of the Golden Flower - La città proibita
la maledizione del fiore d'oro diventa un titolo italiano banalissimo
Dead poets society - L'attimo fuggente
titolo italiano non brutto.. ma si perde comunque molto..
Vertigo - La donna che visse due volte
anche in passato...
.. e the top of the tops
The eternal sunshine of the spotless mind - Se mi lasci ti cancello
L'eterna luce di una mente immacolata diventa in italiano qualcosa di abominevole, sicuramente per cercare più spettatori. ma l'effetto non può che essere contrario.. Che schifo!

E comunque ne seguiranno altri..

fastidi cinematografici


al cinema si sa possono entrare tutti. gli unici divieti riguardano i minori quando un film è vietato. per il resto non c'è alcuna possibilità di selezione. e tu non hai neppure alcun potere sulla scelta di chi trovare vicino, può capitarti chiunque. purtroppo. spesso capita che chi si siede vicino a te sia una persona tranquilla, scambia ogni tanto qualche frase, cerca di farlo sottovoce, non disturba e mai si sognerebbe di farlo. ma sempre più spesso ti capita vicino quello che parla, ininterrottamente, che sente l'impellente bisogno di commentare, immediatamente, qualunque cosa succeda sullo schermo. perchè viene da chiedersi. perchè non te ne sei rimasto a casa ? non avevi altro di meglio da fare ? se vuoi parlare perchè non rimani fuori, perchè non vai da un'altra parte ? proprio al cinema devi andare ? come si può avere pazienza con certa gente ? ma poi, dico, non puoi aspettare che il film finisca per parlare ? cambia qualcosa ? hai così tanta fretta ? vabbè fine delle lamentele, ma certe volte sono inevitabili..

domenica 9 novembre 2008

Si può fare. Giulio Manfredonia


1983. La legge Basaglia era entrata da poco in vigore quando un sindacalista viene nominato direttore di una cooperativa nella quale lavorano numerose persone affette da vari tipi di handicap mentali. Dopo le titubanze iniziali, la cooperativa si specializza nell'installazione di parquet. Ovviamente il perscorso non sarà semplice, sorgeranno numerosi problemi, però l'esperienza sarà positiva per tutti. Dal sindacalista, ai malati, fino ai medici. La storia è piuttosto semplice e si sviluppa in modo chiaramente prevedibile e abbastanza schematico. Inoltre la caratterizzazione dei personaggi è piuttosto debole e alcune situazioni sono poco approfondite. Ciò non toglie che il film sia decisamente piacevole da seguire, diverta e faccia anche rilfettere in modo intelligente sul tema della chiusura dei manicomi e dell'abuso dei farmaci per tenere tranquilli i "matti". Convince decisamente più la prima parte, meglio sviluppata e più incisiva, nella seconda invece si tende troppo a cercare una facile emozione e si eccede un pò con la lunghezza. Buono il cast, Colangeli su tutti, molto buona la direzione degli attori di Manfredonia.
6,5/10

sabato 8 novembre 2008

Ode to J. Smith - Travis


il ritorno della band scozzese, dopo solo un anno dall'uscita dell'ultimo album, è una sorta di parziale ritorno alle origini. la chitarra è molto più aggressiva del solito, il tentativo di evitare di scrivere pezzi eccessivamente melodici evidente, il risultato convince, anche se non del tutto. manca, ed è un'assoluta novità per i Travis, un singolo trainante, un pezzo che più di tutti rimanga in testa, e questo non è certo automaticamente un problema, si nota anzi un certo livellamento della qualità delle tracce, qualità non eccelsa ma comunque di livello. peccato che la seconda parte dell'album non sia all'altezza della prima, sia più banale e anche meno coraggiosa. Molto interessante il pezzo che conclude l'album, before you were young, bella la melodia di song to self, ma purtroppo si dimentica in fretta. Ode to J. Smith si può quindi promuovere, i Travis rimangono una band piacevolissima da ascoltare, peccato però che da quattro album a questa parte manchino gli acuti che potrebbero trasformare dei discreti album in prodotti ben migliori.
6,5/10

New York, l'America


L'America è una grandissima nazione, piena di contraddizioni e ricca di opportunità. Con profondissime differenze non solo tra una parte e l'altra del paese, ma anche tra zone molto vicine tra loro. E' un paese dove convivono persone di ogni etnia, dove tutte le minoranze sono rappresentate ed è un paese che negli ultimi decenni è riuscito a compiere importantissimi passi in avanti. Rimane, da parte del resto del mondo, una sostanziale diffidenza nei confronti di quanto capita laggiù, ma è innegabile come pochi paesi al mondo siano riusciti ad attirare l'attenzione, positiva e negativa che sia, come son riusciti a fare gli Stati Uniti d'America. Molti si definiscono filo-americani, altri anti-americani, definizioni queste dal significato piuttosto oscuro e insensato, l'America è una nazione troppo grande e complessa per poter risolvere così semplicemente il problema. Nell'immaginario collettivo la città maggiormente rappresentativa degli Stati Uniti non può che essere New York e, vorrei proporre tre domande di un'intervista rilasciata da Paul Auster, scrittore e regista che vive nella Grande Mela, in cui ben si esemplifica, a mio avviso, la direzione verso cui stanno andando gli Stati Uniti in questo periodo.

-Un paese diviso in due: ma qual'è la vera America in cui si troverà a operare Obama per i prossimi quattro anni ?

La vera America secondo me è New York. Gli americani pensano che sia un'isola che appartiene all'Europa e che non ha nulla a che vedere con la realtà della maggior parte del Paese. Io sono di parere diametralmente opposto. New York è un crogiuolo eterogeneo di razze dove il 40 per cento della popolazione è nata fuori dagli Stati Uniti. Siamo otto milioni di persone che vanno piuttosto d'accordo, benchè ci sia un potenziale di tensioni etniche e razziali. E' un miracolo invece che ci sia così tanta armonia nella nostra città e penso che questo possa essere un'ispirazione per i prossimi quattro anni, perchè Obama impersona questa America multirazziale che deve cercare di andare d'accordo con se stessa.

-
Lei sta dicendo che l'identità dell'America è cambiata e che Obama è lo specchio di un multiculturalismo diffuso ?

Si. E' un fenomeno che osservo con mia figlia Sophie. Ha 21 anni, va al college, lei e i suoi amici sono "un-racist".

- E' un neologismo

Intendo dire che non solo non sono razzisti, ma non si pongono neppure il problema. E' come se per loro il colore della pelle non esistesse. E' lo stesso atteggiamento che hanno nei confronti del sesso. Per loro l'orientamento gay è un'identità su cui non vale neppure soffermarsi a riflettere, tanto è insito nella loro cultura. Va al di là della tolleranza. E' un atteggiamento di totale identificazione con il multiculturalismo.

(Da L'Espresso, 13 novembre 2008)


venerdì 7 novembre 2008

Obama presidente, analisi di una vittoria.


Obama ha vinto. E’ lui il nuovo presidente della più grande potenza mondiale. Il presidente numero 44, il primo presidente di origini afroamericane. E questa è la notizia più rilevante, oltre ad essere il motivo per cui qualcuno, sottovalutando la straordinaria crescita culturale e di mentalità del paese, riteneva non fosse possibile che Obama.. continua qui

giovedì 6 novembre 2008

Slipway fires - Razorlight


noia e delusione, altro è difficile trovare nell terzo album in studio dei Razorlight. noia perché il disco è un susseguirsi continuo di canzoni molto simili tra loro e, a tratti, anche piuttosto irritanti. delusione perché il primo disco dei Razorlight era un ottimo disco indie, e le speranze per una carriera ben diversa erano assolutamente lecite. qui non si capisce che direzione si voglia prendere, se si tratti di un album indie o si punti a un mercato decisamente più vasto. quel che è sicuro è che c'è una continua ricerca della melodia, che non viene trovata spesso e che il risultato non convince se non, in modo molto parziale, in pochissimi pezzi. difficile avere voglia di riascoltarlo molte volte..
3,5/10

mercoledì 5 novembre 2008

Le scaphandre et le papillon. Lo scafandro e la farfalla. Julian Schnabel


La vera storia di Jean Dominique Bauby, colpito da ictus nel dicembre del 1995. Al momento del suo risveglio Bauby, direttore della rivista Elle, scopre di poter muovere soltanto una palpebra, quella sinistra. Nonostante questa situazione Bauby non si arrende e riuscirà a dettare i suoi pensieri, che diventeranno un libro. La prima parte del film è un'esperienza angosciante, noi vediamo quello che succede attraverso l'occhio del protagonista, sentiamo i suoi pensieri, Schnabel sceglie quindi di di farci entrare nella stessa situazione in cui si trovava Bauby al risveglio dal suo incidente. Successivamente cambia la prospettiva, ci fa anche vedere Bauby, non più attraverso Bauby, utilizzando anche numerosi flashback per presentarci il personaggio e la sua vita, citando anche più o meno velatamente altre pellicole del passato, per esempio Singin' in the rain o i 400 colpi. Se la prima parte della pellicola è quasi insostenibile, per l'atroce situazione in cui si trova e per la fantastica abilità di Schnabel nel presentarcela, la seconda è più "semplice", quasi liberatoria, ma non certo meno efficace. Grandissimo poi è Schnabel nell'evitare accuratamente qualsiasi traccia di patetismo e nell'evitare qualunque facile commozione. Meraviglioso il cast, eccelsa la regia di Schnabel. Uno spettacolo incredibile per gli occhi e per la mente, un film pazzesco, un'emozione assoluta.
10/10

Tutta la vita davanti. Paolo Virzì


Grandissima commedia, spassosa, intelligente, ma decisamente profonda. Un ritratto agrodolce dell'Italia attuale, diretto alla grande, scritto forse ancora meglio.
Bravissimo Virzì a scegliere un tono grottesco e paradossale, ottimo il cast, in cui spicca Isabella Ragonese, davvero una piacevolissima scoperta.
Durante la visione si ride molto spesso, ma alla fine rimane solo una grande tristezza e molto amaro in bocca.
Uno dei film italiani migliori degli ultimi anni.
8,5/10

Obama il presidente numero 44.


Obama è il presidente numero 44 degli Stati Uniti d'America. Obama è il primo presidente nero degli Stati Uniti d'America, a pochi decenni dal supermaneto della segregazione razziale. Obama è il primo candidato presidente democratico che, dopo oltre 40 anni, è riuscito a vincere in stati repubblicani quali Indiana e Virginia, cambiando la geografia politica degli Stati Uniti. E' il presidente che dimostra il profondo cambiamento politico in atto negli Stati Uniti, dove il voto delle minoranze, quello dei neri e degli ispanici, condiziona, come mai aveva fatto, lo scenario politico nazionale.
E' il primo presidente che abbia usato sopratutto internet come mezzo pubblicitario più importante nella sua campagna. E' stato un anno intenso, pieno di sorprese, molto interessante. Ed è finito come in pochi si sarebbero aspettati all'inizio. Adesso sta a lui dimostrare di meritare il sostegno amplissimo che ha ricevuto dalla popolazione.

Primi risultati


Kentucky a McCain, e non c'erano dubbi.
Vermont a Obama, e non c'erano dubbi.
Indiana è incredibilmente in gioco.
Virginia assegnata dalla cbs a Obama, e signfiicherebbe poche speranze per JMC.
Florida, Georgia e South Carolina ancora non assegnate a nessuno dei due candidati..
La notte sarà comunque lunga, i dati reali sono ancora troppo pochi.

martedì 4 novembre 2008

Orari di stanotte


12 Indiana (Gop leaning)

1 Florida (Toss-up)
Georgia (Gop leaning)
Virginia (Dem leaning)

1.30 North Carolina (Gop leaning)
Ohio (Toss-up)

2 Missouri (Toss-up)
North Dakota (Gop leaning)
Pennsylvania (Dem leaning)

3 Colorado (Dem leaning)

4 Montana (Gop leaning)
Nevada (Dem leaning)

Qualche previsione elettorale

4 novembre 2008. Elezioni negli Stati Uniti.
Mancano 4 ore e mezzo alla chiusura dei primi seggi, Indiana, Kentucky e New Hampshire, prevista per le 6pm ET, mezzanotte in Italia.
Nonostante i sondaggi, tutti molto positivi, è difficile credere che stanotte Obama possa ottenere una vittoria semplice. Sarà una notte lunga e complessa.
Rispetto all'elezione del 2004, che vide la vittoria di Bush su Kerry per 286 a 252 grandi elettori, si prevede che Obama riuscirà a conquistare vari stati in cui ci fu l'affermazione di Bush contro il senatore del Massachussets.
Io pronostico che Obama conquisterà Iowa, New Mexico, Nevada e Colorado, conquistando quindi 278 delegati, numero sufficiente per diventare presidente.
McCain alla fine non conquisterà nessuno stato dove vinse Kerry 4 anni fa, difficile pensare in un miracolo in Pennsylvania o in New Hampshire, unici stati dove esiste qualche possibilità di vittoria per McCain, in stati democratici.
Ohio e Florida sono sinceramente impronosticabili. Obama sembra in vantaggio ma è difficile esprimersi. La Virginia, stato repubblicano da 40 anni, viene dato a Obama in tutti i sondaggi. Ma non mi esprimo.
North Carolina e Missouri alla fine voteranno GOP, son troppo conservatori per votare B.H.O.
Montana e North Dakota non si capisce bene neanche per quale motivo siano stati inseriti tra gli stati in cui sia possibile il pick-up obamiano.
L'Indiana ovviamente rimarrà rosso.

Quindi in definitiva.

Obama's pick up; iowa - nevada - colorado - new mexico. 278 elettori
McCain's pick up; nulla. 213 elettori
Toss up assoluti; ohio - florida. 47 elettori

Intimacy - Bloc Party


non è semplice ascoltare il nuovo disco di una band da cui ti aspetti sempre tantissimo, nonostante il secondo album, a weekend in the city, non fosse certo all'altezza del disco di esordio, silent alarm. a weekend in the city era un disco in cui il gruppo aveva cercato di cambiare molto rispetto all'esordio, pezzi più tranquilli e molto meno forsennati. il risultato era stato inferiore alle attese, pur essendo un disco sicuramente di buonissimo livello. intimacy arriva dopo che la band aveva pubblicato un singolo, flux, che già dimostrava un deciso cambio di marcia rispetto al secondo album. molta più elettronica, chitarre molto più muscolari, ritmo decisamente più veloce. e intimacy segue questa strada, anticipato da mercury, primo singolo, e uno dei pezzi migliori mai scritti da okereke e co. intimacy dopo vari ascolti supera ogni perplessità iniziale, riporta la band ai livelli di silent alarm, forse le fa fare un ulteriore passo in avanti. oltre mercury funzionano anche molti altri pezzi, da ares a one month off. I pezzi più lenti e melodici sono forse quelli meno riusciti, ma decisamente non si avverte la leggera ripetitività che caratterizzava in parte a weekend in the city.
8/10

This is a fix - The automatic


orecchiabile, poco più, il secondo lavoro del gruppo gallese. le melodie sono sicuramente coinvolgenti, il ritmo è più che discreto, ma a mancare completamente è l'originalità che, a dire il vero, era decisamente mancata anche nel disco di esordio, not accepted anywhere. quello che rimane è un disco che non coinvolge oltre i primi ascolti, e la conferma, se qualcuno avesse avuto qualche dubbio, che probabilmente gli automatic non diventeranno mai una grande band.
5/10

Funhouse - Pink / One of the boys - Katy Perry


ogni tanto fa piacere addentrarsi anche nella musica pop. capita piuttosto spesso che le grosse produzioni alle spalle di questi artisti riescano a costruire alcune melodie piuttosto accattivanti. quello che però spesso colpisce è la pochezza dei pezzi messi nell'album per riempire lo spazio lasciato dai singoli, che si sentiranno per mesi e mesi nelle radio e monopolizeranno l'interesse degli ascoltatori. sia funhouse che one of the boys non fanno eccezione, anche se probabilmente l'album di pink convince di più, grazie ad una serie di pezzi piuttosto orecchiabili per vari ascolti. di livello bassissimo sono invece i pezzi più melodici.l il disco della Perry, lanciata come nuova madonna, e già al centro dell'attenzione mediatica americana, ha all'interno un paio di buonissimi potenziali singoli,
ma il resto è tranquillamente da cestinare senza pensarci un attimo.
pink 5/10.
perry 3/10

A Million Hundred Suns - Snow Patrol


piacevole è sicuramente piacevole il nuovo disco della band scozzese. peccato che dopo l'ottimo eyes open ci aspettassimo sicuramente qualcosa in più, non certo il compitino molto ben fatto. ripetitivo, con belle melodie, accompagna ma non entusiasma ed è un deciso ritorno dalle parti di final straw, altro disco caratterizzato da alcuni ottimi pezzi ma da una certa noia di fondo. peccato, ma non è certo da buttare.
5,5/10

The Vines - Melodia


l'avvio della carriera era stato decisamente promettente. highly evolved era stato uno dei dischi più sorprendenti dell'estate 2002. peccato che tutto il buono che il gruppo avesse da dare si sia fermato in quell'unico disco. da allora la parabola è stata decisamente discendente, fino a melodia, un disco che sarebbe già troppo definire brutto. canzoncine tutte uguali, nessuna trovata originale, il solito ripetuto tentativo di rifare le stesse canzoni dell'album d'esordio. terribile.
2/10

domenica 2 novembre 2008

Burn after reading. Joel - Ethan Coen


Prosegue l'incomprensibile carriera dei due fratelli del Minnesota, questa volta alle prese con una commedia leggerissima e senza particolare senso. Si parla di spie, complotti, reali o immaginari, paure, difficoltà di relazione, tradimenti, tutto mischiato in una pellicola breve e piacevole, ma che forse avrebbe potuto e dovuto osare un pò di più. Eccellente Pitt, in un cast di ottimo livello ma nel complesso comunque alla fine rimane un senso di vuoto, come spesso (o sempre) capita quando i Coen si cimentano nella commedia.
5,5/10

Miracle at St. Anna. Miracolo a Sant'Anna. Spike Lee.


Pur con tante imperfezioni e eccessive lungaggini in certe parti, il film di Lee mi è piaciuto.. Anche se siamo ben lontani da altri suoi film, diciamo che potrebbe essere considerato uno Spike Lee minore, nonostante si avverta quanto gli stia a cuore l'argomento.
Più che altro, tutte le polemiche sulla resistenza mi sembrano sterili e piuttosto immotivate. E' un film sulla difficile integrazione dei neri negli Stati Uniti negli anni 40, rifiutati in patria, però costretti a morire in guerra.
Queste polemiche, figlie di un certo provincialismo, in Italia hanno purtroppo preso il sopravvento, e in pochi si sono concentrati su quello che veramente voleva dire Lee, che non è certo l'andare contro la resistenza, che poi è una evidentissima forzatura considerare un singolo partigiano "la resistenza".
A tratti didascalico, a tratti anche noioso, decisamente troppo lungo, rimane però un prodotto riuscito e coraggioso.
6,5/10

Dig out your soul. Oasis


buon ritorno sulla scena per gli oasis, con quello che è forse il loro miglior album dai tempi di Be Here Now. il fatto che ci sia maggior partecipazione nella scrittura dei pezzi sta sicuramente aiutando il gruppo di Manchester anche nel tentativo di trovare un sound diverso e più ricercato.
7/10

sabato 1 novembre 2008

Der Baader Meinhof komplex. La banda Baader Meinhof. Uli Edel.


Il film analizza il periodo 1967-1977, quando la Germania federale fu scossa e sconvolta, anche se all'inizio tanti erano i sostenitori, dalle azioni della Rote Armee Fraktion, Raf.
Peccato che però del film risaltino quasi esclusivamente i problemi e, se ci sono lati positivi, si fa davvero fatica a trovarli. La sceneggiatura mette moltissima carne al fuoco, cerca di raccontare il più possibile, ma alla fin fine viene fuori un minestrone insipido, incapace di approfondire e spiegare la situazione, e senza una interessante caratterizzazione dei personaggi. La scelta di Edel di usare pochi effetti speciali, luce naturale e camera a mano sembra anche giusta, ma non cambia il giudizio, che è quello di un film scritto male e poco interessante, sopratutto se non si conosce bene la storia.
Peccato, perchè il cinema tedesco negli ultimi anni aveva presentato vari ottimi lavori.
4/10

The devil wears Prada. Il diavolo veste Prada. David Frankel


La brava e promettente giornalista Andrea, nonostante fosse già stata accettata dall'università di Stanford, vi rinuncia per provare a lavorare nel mondo della carta stampata. L'inizio però non è dei più facili, viene infatti assunta nella prestigiosa rivista di moda "Runway", diretta da una delle donne più influenti e esigenti nel campo, Miranda Priestly.
Andy, dopo un primo periodo veramente duro, riuscirà a comprendere i meccanismi del suo lavoro e a dimostrare di essere in grado di soddisfare tutte le richieste di Miranda.
Il soggetto non è certo tra i più originali e anche la costruzione non si distacca dal deja-vu, però la pellicola ha indubbiamente un qualcosa in più, dato da uno scintillante cast, una serie di trovate piuttosto riuscite, il tutto ambientato in una cornice lussuosa.
Meryl Streep, eccezionale, e che si candida per l'ennesima nomination agli academy awards, mette in scena una donna in carriera, temuta e ripsettata, ma non per questo odiata, riuscendo nello stesso tempo anche a mettere in luce le fragilità di una personalità così forte e, come dice il titolo, diabolica.
Anne Hathaway, Stanley Tucci e Emily Blunt completano un cast molto ben affiatato, in cui la Blunt dimostra tutto quanto di buono aveva già fatto in My summer of love, la Hathaway funziona bene e Stanley Tucci è, anche se forse un pò troppo macchiettistico, straordinario e spassosissimo.
Forse un parziale punto debole può essere il resto dei personaggi, sciatti e quasi inutili, e protagonisti di tutte le situazioni più banali della pellicola.
Una New York splendida e frenetica fa da cornice alla pellicola, e bene sono evidenziati i ritmi caotici degli abitanti della grande mela.
Svavillante l'ambientazione, dal Rockfeller Center, dove si trova la redazione di Runway, passando per tutte le bellissime avenue, fino alla giusta inquadratura finale della città vista dall'alto.
6.5/10

Across the universe. Julie Taymor


Il musical non è propriamente un genere che mi attira. anzi, potendo preferisco sempre evitarlo. non so ma mai riesce a conquistarmi fino in fondo. diciamo anzi che più che altro mi annoia. Ma già moulin rouge era riuscito a impressionarmi molto favorevolmente e a farmi ricredere. Across the universe fa un passo in più, riesce a conquistarmi in pieno. Sarà il fatto, per una volta, di conoscere tutte le canzoni, che i protagonisti, chi bene chi meno, reinterpretano, sia il fatto che il film della Taymor, a parte una un pò strascicata parte centrale, funziona alla grande. All you need is love (?)
7.5/10

Cease to begin. Band Of Horses


gran bel disco il secondo dei band of horses. cease to begin, definito da Nme come un disco di rock intelligent, jangly e folkish, ci mette un paio di ascolti a entrarti in pieno in testa, ma una volta entrato conquista alla grande. folk, rock, pop, il genere non è importante, certo tanta tradizione americana si sente, ma il tutto in chiave molto moderna. sufjan stevens è probabilmente un gradino più in alto ma il trio di seattle si merita davvero tanti complimenti..
7/10

[Rec]. Jaume Balaguerò e Paco Plaza


Claustrofobico horror ambientato in una palazzina di Barcellona. Una troupe televisiva segue i vigili del fuoco in quella che sembra una nottata tranquilla. La giornalista e l'operatore sono convinti che sarà una notte piuttosto piatta e ci sarà il rischio di annoiare gli spettatori. Ma quando troupe e vigili del fuoco arrivano in una palazzina per aiutare una donna rimasta chiusa in casa si renderanno conto che qualcosa di strano sta succedendo. Film brevissimo, meno di un'ora e un quarto, ritmo serratissimo, uso della videocamera a mano simil Cloverfield, montaggio eccellente. Che la storia sia poco originale non interessa a nessuno, quel che conta è la resa sullo schermo. Bravissima la protagonista Manuela Velasco, giustamente premiata come miglior attrice esordeinte ai premi Goya.
8/10

Juno. Jason Reitman


L'opera seconda del figlio d'arte Jason Reitman, dopo il promettente Thank You For Smoking, è Juno, la storia di una sedicenne rimasta incinta e che decide, dopo qualche dubbio iniziale, di tenere il bambino per poi comunque affidarlo a quella che sembra la coppia perfetta. Giovani e belli, simpatici e intelligenti.
Le tematiche di Juno sono importanti, la gravidanza di una ragazzina, l'aborto, l'affidamento, l'incapacità di vivere il proprio ruolo di adulti, il rapporto tra genitori, naturali e non, e figli.
Per parlarci di tutto questo Reitman sceglie la commedia, molto più Little Miss Sunshine che Knocked Up (Molto Incinta), anche se richiami a entrambi le pellicole ce ne sono, affidandosi a una sceneggiatura ricchissima di spunti, battute e citazioni, dal collezionista di ossa a Dario Argento, riuscendo inoltre a inserire una colonna sonora accattivante e coinvolgente.
Il film non prende una posizione su argomenti in cui è troppo facile cadere sul piano soggettivo, non giudica, ci offre una visione, condivisibile o meno, di tutte le attualissime tematiche trattate.
E una scelta assolutamente vincente è quella di evitare le solite banali caratterizzazioni dei personaggi, evita i genitori "mostri", o un'opinione pubblica pronta a crocifiggere, come invece ci si attenderebbe in una piccola cittadina sperduta nel mezzo del Minnesota.
Ma ovviamente non tutto luccica nell'apparente felicità, quasi fiabesca, della situazione venutasi a creare; la coppia perfetta forse in effetti non è poi così perfetta, la sindrome da Peter Pan è sempre più tipica nella nostra società e il personaggio di Jason Bateman ne è afflitto in maniera evidente, fino a mostrare un feeling ben maggiore con Juno che non con la moglie.
Molto miele e molta furbizia diranno e avranno detto in tanti relativamente a Juno. Miele forse ce n'è, ma scavando è anche abbastanza amaro, furbizia forse, ma Reitman vince la sfida di far sorridere, e spesso ridere, parlando di attualità in modo semplice, evitando discorsi banali e creando una commedia deliziosa che più passa il tempo più si apprezza.
Tra i punti di forza del film, oltre la già citata ricchissima sceneggiatura di Diablo Cody, oscar meritato, e la colonna sonora, c'è l'ottima interpretazione di Ellen Page e il bel lavoro di tutti i comprimari, da Michael Cera all'ottimo J.K. Simmons, caratterista di gran livello e padre comprensivo di Juno. 9/10