lunedì 15 giugno 2009

Una nuova rivoluzione. Teheran giugno 15, 2009


mentre noi siam persi tra le solite sterili e noiose polemiche tra pseudosinistra e papidestra, quella che potrebbe diventare una rivoluzione sta nascendo tra le strade di Teheran, città da oltre dieci milioni di abitanti e capitale di una delle nazioni al centro della scena politica mondiale. l'Iran, senza dubbio alcuno, gioca un ruolo determinante negli equilibri attuali tra occidente e medioriente, e per Teheran passa qualsiasi tentativo di stabilizzazione dell'area. la situazione iraniana è particolare. l'Iran attuale è figlio della rivoluzione del 1979, quando venne rovesciato la Shah e si instaurò un governo islamico, ispirato dall'ayatollah Khomeyni. il presidente in Iran è solo una delle figure che governano la nazione. ci sono infatti anche una guida suprema e il consiglio dei guardiani, che hanno il compito di stabilire chi si può candidare alle presidenziali, che si svolgono ogni quattro anni. il consiglio dei guardiani ha anche il compito di valutare che le leggi siano conformi al Corano e la costituzionalità di ogni singola legge. dire quindi che il potere del Presidente sia elevato non sarebbe vero, appare quasi come una marionetta nelle mani del consiglio dei guardiani. ciò non toglie che un presidente come Ahmadinejad sia ben peggio di uno come Mousavi e il perchè è abbastanza chiaro. Ahmadinejad è un conservatore, facilmente manovrabile dal consiglio dei guardiani, con un background politico e culturale ben inferiore rispetto al suo avversario alle elezioni. Mousavi è un riformista, architetto e pittore, già presidente iraniano tra il 1981 e il 1989 ed è stato recentemente piuttosto critico con le alte sfere religiose iraniane. sicuramente sarebbe potuto essere un personaggio molto più scomodo e avrebbe portato avanti una linea politica decisamente discontinua rispetto a quella dell'ex sindaco di Teheran. per questi motivi c'è stato questo risultato elettorale. un risultato in grado di far deteriorare ulteriormente i rapporti tra mondo arabo e occidente, a meno di improbabili colpi di scena e ribaltoni del voto. ma, una cosa è molto importante segnalare. è una piccola speranza che arriva dalle strade di Teheran, dove oggi, nonostante il divieto, c'è stata la più grande manifestazione dal 1979. il New York Times parla di centinaia di migliaia di persone che, a rischio della propria vita, sono scese in piazza chiedendo che anche l'Iran possa diventare una nazione normale e che queste elezioni farsa siano annullate e il voto ripetuto. Mousavi è sceso in piazza insieme alla moglie e all'ex Presidente Khatami, inneggiati dalla folla. gli slogan di questa rivoluzione sono stati due, molto semplici. "where is my vote ?" e "i wrote Mousavi - they read Ahmadinejad", non a caso in inglese e non a caso ripetuti in tutte le manifestazioni che si sono svolte in tutto il mondo davanti alle ambasciate iraniane. il potere iraniano ha provato a bloccare le notizie e le immagini, a bloccare i cellulari e facebook. ma non è stato sufficiente, migliaia di foto della manifestazione sono arrivate, twitter ha avuto un ruolo fondamentale nel farle uscire da Teheran, e la speranza che la rivoluzione verde possa vincere, almeno per un attimo, ha preso piede.

Nessun commento:

Posta un commento