mercoledì 17 giugno 2009

Free Iran


oggi è stata sicuramente una giornata un pò più tranquilla a Teheran. ieri i morti sono stati sette, oggi non dovrebbero essercene stati. Moussavi ha chiesto ai suoi sostenitori di restare calmi, il rischio di perdere la vita è infatti altissimo. comunque una manifestazione c'è stata anche oggi, silenziosa, davanti alla tv di stato e puntuali sono arrivate la foto da twitter. il tentativo del regime iraniano di escludere il resto del mondo da quanto accade al proprio interno si sta rivelando completamente inutile. si inizia anche finalmente a parlare di riconteggio, anche se parziale, delle schede. speriamo sia un primo passo per arrivare, finalmente, alla verità su queste elezioni. Marjane Satrapi e Mohsen Makhmalbaf, due registi iraniani tra i più famosi, hanno presentato la copia di un documento in cui si attesta che Moussavi ha preso 19.075.723 voti, 13.387.103 Mehdi Karrubi, ex presidente del Parlamento, e soltanto 5.698.000 a Mahmud Ahmadinejad. fosse vero, sarebbe la prova del colpo di stato e della distruzione della fortissima volontà di cambiamento del popolo iraniano, stanco dell'isolamento e delle costrizioni interne imposti da Ahmadinejad. dispiace però che in Italia poco si parli di quanto sta avvenendo in Iran, siamo sempre molto più interessati alle piccole beghe interne che contraddistinguono il nostro mediocre paese, al gossip e al calciomercato. e, naturalmente, non aiuta di certo il silenzio lancinante di parte dei politici italiani, anche se è comprensibile a destra, vista l'amicizia profonda dell'anticomunista Berlusconi con Putin. Positivo invece che il PD decida di scendere in piazza domani a Piazza Farnese a Roma, ma sembra sinceramente troppo poco.

lunedì 15 giugno 2009

Una nuova rivoluzione. Teheran giugno 15, 2009


mentre noi siam persi tra le solite sterili e noiose polemiche tra pseudosinistra e papidestra, quella che potrebbe diventare una rivoluzione sta nascendo tra le strade di Teheran, città da oltre dieci milioni di abitanti e capitale di una delle nazioni al centro della scena politica mondiale. l'Iran, senza dubbio alcuno, gioca un ruolo determinante negli equilibri attuali tra occidente e medioriente, e per Teheran passa qualsiasi tentativo di stabilizzazione dell'area. la situazione iraniana è particolare. l'Iran attuale è figlio della rivoluzione del 1979, quando venne rovesciato la Shah e si instaurò un governo islamico, ispirato dall'ayatollah Khomeyni. il presidente in Iran è solo una delle figure che governano la nazione. ci sono infatti anche una guida suprema e il consiglio dei guardiani, che hanno il compito di stabilire chi si può candidare alle presidenziali, che si svolgono ogni quattro anni. il consiglio dei guardiani ha anche il compito di valutare che le leggi siano conformi al Corano e la costituzionalità di ogni singola legge. dire quindi che il potere del Presidente sia elevato non sarebbe vero, appare quasi come una marionetta nelle mani del consiglio dei guardiani. ciò non toglie che un presidente come Ahmadinejad sia ben peggio di uno come Mousavi e il perchè è abbastanza chiaro. Ahmadinejad è un conservatore, facilmente manovrabile dal consiglio dei guardiani, con un background politico e culturale ben inferiore rispetto al suo avversario alle elezioni. Mousavi è un riformista, architetto e pittore, già presidente iraniano tra il 1981 e il 1989 ed è stato recentemente piuttosto critico con le alte sfere religiose iraniane. sicuramente sarebbe potuto essere un personaggio molto più scomodo e avrebbe portato avanti una linea politica decisamente discontinua rispetto a quella dell'ex sindaco di Teheran. per questi motivi c'è stato questo risultato elettorale. un risultato in grado di far deteriorare ulteriormente i rapporti tra mondo arabo e occidente, a meno di improbabili colpi di scena e ribaltoni del voto. ma, una cosa è molto importante segnalare. è una piccola speranza che arriva dalle strade di Teheran, dove oggi, nonostante il divieto, c'è stata la più grande manifestazione dal 1979. il New York Times parla di centinaia di migliaia di persone che, a rischio della propria vita, sono scese in piazza chiedendo che anche l'Iran possa diventare una nazione normale e che queste elezioni farsa siano annullate e il voto ripetuto. Mousavi è sceso in piazza insieme alla moglie e all'ex Presidente Khatami, inneggiati dalla folla. gli slogan di questa rivoluzione sono stati due, molto semplici. "where is my vote ?" e "i wrote Mousavi - they read Ahmadinejad", non a caso in inglese e non a caso ripetuti in tutte le manifestazioni che si sono svolte in tutto il mondo davanti alle ambasciate iraniane. il potere iraniano ha provato a bloccare le notizie e le immagini, a bloccare i cellulari e facebook. ma non è stato sufficiente, migliaia di foto della manifestazione sono arrivate, twitter ha avuto un ruolo fondamentale nel farle uscire da Teheran, e la speranza che la rivoluzione verde possa vincere, almeno per un attimo, ha preso piede.