mercoledì 17 dicembre 2008

Gli ultimi ascolti


These new puritans. Beat pyramid. Rapido e ruvido, un esordio assolutamente interessante per il gruppo londinese. Influenze new-wave, per certi versi anche hip-hop, non troppo spazio per la melodia, tutti i pezzi rapidi ed efficacissimi. Un briciolo inevitabile di ripetitività non rovina sicuramente il disco.

Vampire weekend, id. Altro esordio, questa volta siamo a New York, i ragazzi vengono dalla Columbia university. Il disco è un ottimo album indie, con suoni che rimandano all'Africa mischiati in un'atmosfera quasi, in certi pezzi, folk. La world music non c'entra nulla, ed è una fortuna, rimane un disco freschissimo, lontano dalla new wave imperante, spesso banalotta, di questi ultimi tempi.

Los Campesinos, We are beautiful, we are doomed. A otto mesi di distanza dal primo album, dal quale ci si aspettava sinceramente di più, il gruppo gallese torna con quello che è un album di livello decisamente superiore. Molto più compatto, riuscito, un ottimo indie pop rock, melodico e ballabile, appena 8 ottime canzoni, con le due voci che si intrecciano perfettamente in quello che preferiamo ritenere il vero esordio dei Los Campesinos.

TNP 7,5/10
VW 7/10
LC 8/10

lunedì 15 dicembre 2008

Censura


Quando la televisione nazionale riesce a censurare, si proprio censurare, un film che ha vinto 4 oscar, tra cui miglior regia, il golden globe, il leone d'oro, non si capisce proprio per quale motivo si debba pagare il servizio pubblico.

N.B. Il film ha avuto il divieto ai minori di 14 anni. A parte la ridicolaggine del divieto, dato che non si ritrova all'interno nessun motivo per giustificarlo, l'orario di messa in onda dava assolutamente la possibilità alla Rai di trasmetterlo senza alcun taglio, che sarebbe stato comprensibile ma non giustificabile cinquant'anni fa. Purtroppo siamo un paese puritano, ipocrita e bigotto. E lo dimostriamo ogni giorno di più.

Codice etico nella politica italiana..


Riporto volentieri il testo dal blog di Ivan Scalfarotto. E' stato redatto da Pippo Civati, Michele Dalai e Ivan Scalfarotto.


Per poter entrare a far parte dello staff di Obama bisogna rispondere a 63 domande molto precise sulla propria carriera, gli incarichi ricoperti, le partecipazioni a società, gli elementi di un possibile conflitto di interessi, le proprie attività in ambito associativo, sindacale, di categoria.
Informare circa le proprie attività finanziarie, le proprietà di cui si dispone, la propria situazione fiscale (ed eventuali mancanze e debiti contratti e multe ricevute), gli eventuali procedimenti amministrativi o legali nei quali si è (o si è stati) coinvolti.
E ciò vale per sé e per la propria famiglia, a cominciare dalla propria compagna o dal proprio compagno. Domande che riguardano anche le modalità di assunzione della persona che aiuta in casa, sia una colf o una badante, il rispetto del pagamento dei contributi dei dipendenti, il possesso di armi. Un'autocertificazione di grande serietà, in cui indicare tutto di se stessi, per evitare che l'amministrazione eletta sia in qualsiasi modo toccata o messa in imbarazzo.
Ora, non è probabilmente il caso di passare dal modello del «non fa niente» attualmente vigente in Italia a domande così numerose, ficcanti e circostanziate. Ma non sarebbe male introdurre un piccolo codice etico di ingresso, con informazioni da rendere note al partito che ti candida e agli elettori che ti sceglieranno (soprattutto se le liste, come nel caso delle politiche, sono bloccate). Cinque cose da dichiarare, perché tutti sappiano chi votano e di cui chi si candida si assume tutte le responsabilità.
Cinque regole per non avere imbarazzi, né da parte del candidato, né da parte degli elettori. Per esempio queste:
1. Dichiarare gli incarichi lavorativi, le associazioni a cui si aderisce, l'attività politica e sindacale svolta.
2. Dichiarare eventuali precedenti con la giustizia o con il fisco, segnalando il reddito proprio e della propria famiglia, nonché le proprietà di cui, direttamente o indirettamente, si dispone.
3. Dichiarare di essere in regola con tutte le norme che riguardano il mercato del lavoro e i diritti dei lavoratori, per i propri collaboratori, le persone che lavorano per la propria azienda o presso la propria abitazione.
4. Dichiarare gli eventuali elementi che possono comportare un conflitto di interessi nella gestione del proprio mandato e le modalità con le quali si intende ovviare all'insorgenza di queste problematiche.
5. Dichiarare i principali sottoscrittori della propria campagna elettorale, a partire da cifre superiori ai 1000 euro.
E' il caso di ricordare che gran parte di queste informazioni sono date dagli eletti all'ente pubblico di riferimento, e che questi dati sono pubblici e accessibili. L'evoluzione migliore sarebbe quella di produrre questa documentazione all'inizio della vicenda elettorale, perché non vi siano sorprese per nessuno. Un'anamnesi preventiva può evitare spiacevoli complicazioni dopo il voto.

Pranzo di ferragosto. Gianni Di Gregorio


Pranzo di ferragosto ricevette a Venezia una grande accoglienza. La storia è molto semplice; un uomo maturo vive a casa con la madre, ha pochi soldi e vari debiti e quindi si trova costretto a ospitare a Ferragosto le madri di alcuni conoscenti con cui è in debito, l'amministratore del condominio, che oltre la madre gli rifila anche una zia e il medico. L'uomo si ritrova quindi a dover gestire quattro arzille vecchiette, tutte con i propri capricci e i propri vizi, da chi vuole assolutamente uscire la notte a chi pretende di mangiare nonostante la salute non sia brillante. Gli attori sono sicuramente simpatici, la regia discreta, ma il giochino stanca molto in fretta, nonostante il film sia molto breve. Peccato, perchè l'idea è sicuramente simpatica, ma manca qualsiasi acuto che lo renda veramente interessante.
5/10

Låt den rätte komma in. Let the right one in (Lasciami entrare). Tomas Alfredson


Due bambini sono i protagonisti. Oskar è piuttosto solitario, subisce i bulli, senza riuscire a reagire, Eli non è propriamente una bambina di dodici anni, nasconde un segreto, che scopriamo abbastanza in fretta. Lo scenario è quello della periferia di Stoccolma qualche decennio fa, desolante, costantemente fredda e innevata. Oskar e Eli diventano amici, sono soli, hanno un carattere simile, si intendono bene, pur con i loro problemi e i loro segreti. L'amicizia aiuterà Oskar, gli farà acquisire una maggiore fiducia in se stesso, una maggiore abilità ad affrontare le situazioni della vita. La vicenda viene raccontata senza eccessi, senza un particolare uso della violenza, che sarebbe stato inutile e controproducente, ma anzi con grande semplicità e tenerezza, accompagnando il tutto con una colonna sonora mai invadente, ma spesso presente e tra l'altro bellissima. La fotografia è notevolissima, la regia buonissima, i due protagonisti bravissimi. Un film sui vampiri, di sicuro, ma con un linguaggio che non siamo abituati a vedere, tenerissimo, quasi commovente, lontanissimi da qualsiasi tentazione splatter. Dalla Svezia uno dei migliori film dell'anno.
9/10