giovedì 27 novembre 2008

Cargo 200. Aleksei Balabanov.


Unione Sovietica. 1984. Il regime è ormai prossimo alla dissoluzione. Un professore di ateismo di stato all'università di Leningrado, il fratello, dirigente dell'esercito, un poliziotto folle, un produttore clandestino di vodka, la figlia del segretario regionale del partito comunista sono i protagonista di questa vicenda allucinante e allucinata, ambientata tra Leninsk e la sua periferia, nella Siberia meridionale. La dissoluzione dell'Unione Sovietica sembra dissolvere con se stessa i suoi abitanti, spingendoli a una follia, spesso immotivata e incomprensibile e creando un mondo fatto unicamente di folli, ubriachi e vittime. Breve, ed è un gran merito, perchè non aveva senso dilungarsi ulteriormente, è un film assolutamente spietato nel suo svolgimento, un pugno nello stomaco durissimo, una rappresentazione allucinante, ma probabilmente verissima, di quella che era l'Urss negli anni 80. Buonissima la sceneggiatura, ispirata a fatti realmente accaduti, bravissimo Balabanov nella direzione degli attori e nelle scelte registiche, raramente banali. Ottimo il cast, nel quale spiccano un allucinato Aleksei Poluyan e una bella e bravissima Agniya Kuznetsova.
Tra le cose migliori dell'anno.
8,5/10

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